PLATONE


Platone nasce ad Atene nel 427 a.C da una famiglia aristocratica.                                                                Nel 408 conosce Socrate, di cui diviene amico e discepolo. Platone compie molti viaggi nel tentativo di convincere i governanti della  regione a orientare la propria condotta politica sulle basi delle idee da lui professate.                                                                                                                                                    

1 viaggio a SIRACUSA                                                                                                                           Nel 388 a.C Platone va a Siracusa e lì incontra Dione, parente del tiranno della città, Dionigi il Vecchio. Diventano amici, ma il tiranno non gradisce la presenza di Platone e gli rende difficile rimanere. Dopo molte difficoltà, Platone torna ad Atene. Poi, nel 387 a.C., Platone fondò una scuola filosofica chiamata l'Accademia. Questa scuola fu creata in un parco fuori dalle mura di Atene, dedicato all'eroe greco Accademo. L'Accademia divenne un importante centro culturale dell'antica Grecia e rimase tale fino alla sua chiusura nel 529 d.C. per ordine dell'imperatore Giustiniano.

2 & 3 viaggio in SICILIA Platone compie tre viaggi a Siracusa nel tentativo di influenzare i sovrani locali verso una condotta temperata e riforme pacifiche. Nel primo viaggio nel 388 a.C., incontra Dione, parente del tiranno, ma viene osteggiato e deve tornare ad Atene. Nel secondo viaggio nel 367 a.C., cerca di influenzare Dionigi il Giovane senza successo. Infine, nel terzo viaggio nel 361 a.C., non riesce ancora una volta nel suo intento.

Platone muore ad Atene , nel 347a.C ma lasciandoci con delle opere, che sono in grado di testimoniare la sua grandezza filosofica, e sono un documento di un'affascinate avventura umana, letteraria e spirituale.


Platone scrive le sue opere sotto forma di dialogo.

La critica filologica ha suddiviso i suoi dialoghi in 3 periodi corrispondenti a tre fasi diversi della vita del filosofo.

-DIALOGHI DEL PERIODO GIOVANILE sono detti anche socratici in quanto più legati alla difesa della figura storica del maestro di Platone, tra queste opere vi sono fatti: APOLOGIA DI SOCRATE narra le vicende del processo, il CRITONE racconta il tentativo di fuga predisposto per liberare socrate dal carcere e poi Il MENONE che mette a confronto Socrate con il sofista MENONE intorno al tema della virtù e della su aconosscibilita


Dialoghi dell maturità : punti principali del suo sistema filosofico, opere principali il Fedondesul teme dell’immortalità dell’anima e della dottrina,fedro tema dell’anima e l’eros come chiave dell’idea, il simposio sul tema dell’amore e della sua conoscenza  e la repubblica in cui viene realliszata i punti principali dello Stato ideale.


Dialoghi della vecchiaia torna a riflettere su problemi già affrontati problemizzandoli e riflettendone 

TEETETO dove viene teorizzata la maieutica socratica, il TIMEO dove viene presenta la creazione del mondo naturale, il PARMENIDES dove viene problematizzata la dottrina delle ideee e infine le LEGGI dove viene ripensata la dottrina politica  e introdotto il tema del valore della legge scritta



Per spiegare questi dialoghi lui utilizza i miti  miti della CAVERNA nel discolo della repubblica dove viene esposta la teoria delle idee il mito della BIGA ALATA  nel fedro dove vien esposta la dottrina dell atripartizione  dell’anima il mito della nascita di Eros il SIMPOSIO con quale viene posto il tema dell’amore e della conscenza e il mito del demiurgo nel TIMEO DEMIURGO INN CUI CI PARLA.  COME IL MONDO MATURALE viene plasmato a partire  dalle ideee


LA TEORIA DELLE IDEE

La teoria delle idee di Platone dice che il mondo che vediamo con i nostri occhi è solo una copia imperfetta di un mondo perfetto e immutabile di "idee" o "forme". Platone credeva che queste idee fossero la vera realtà e che tutto ciò che vediamo nel mondo fisico fosse solo un riflesso o un'ombra di queste idee perfette.

Ad esempio, se pensiamo alla bellezza, Platone dice che esiste un'idea perfetta di bellezza che va oltre gli oggetti specifici che consideriamo belli. Quindi, quando vediamo qualcosa di bello nel mondo, stiamo vedendo solo un riflesso di questa idea perfetta di bellezza.

Platone usa la metafora di una caverna per spiegare questo concetto: immagina persone imprigionate all'interno di una caverna che vedono solo ombre sulle pareti. Queste ombre rappresentano le cose nel mondo sensibile, mentre le vere forme o idee sono fuori dalla caverna e non possono essere viste direttamente finché non si esce dalla caverna.

Questa teoria suggerisce che la vera conoscenza deriva dalla comprensione delle idee perfette piuttosto che dall'osservazione del mondo sensibile. La teoria delle idee di Platone ha avuto un impatto significativo sulla filosofia occidentale e ha influenzato molte altre discipline nel corso dei secoli.

LA DOTTRINA ETICA:L'ANIMA, L'AMORE E LA VIRTU'

Secondo Platone, il rinnovamento spirituale è fondamentale per un miglioramento della vita politica. Appunto ci parla delle sue idee e in particolare della sua idea del BENE, che funge da guida per l'individuo che, attraverso la sua conoscenza, può arrivare a contemplarlo e a trasferirne nella propria vita e comunità.                                                                                                                                            Platone ci parla del problema della vita che viene affrontato nel Gorgia, in cui lui afferma che l'unica vita degna di essere vissuta è quella basata sul bene e sulla virtù. E ritiene  che il vero obiettivo dell'essere umano sia la cura dell'anima.

L'ANIMA E LA SUA NATURA

Platone concepisce l'anima come un principio spirituale, semplice e incorporeo, affine alle idee e quindi immortale, prigioniera di un corpo, da cui deve purificarsi attraverso la conoscenza. Nel dialogo "Fedone", Platone cerca di dimostrare l'immortalità dell'anima usando vari argomenti. Egli sostiene che la capacità di conoscere le idee implica che l'anima abbia conosciuto il mondo ideale prima di incarnarsi, confermando così la sua immortalità.


IL DESTINO ULTRATERRENO DELL'ANIMA


Platone afferma che, poiché l'anima è immortale, bisogna preoccuparsi del suo bene e del suo destino ultraterreno, anziché soddisfare i desideri del corpo mortale. Nel "Fedone", descrive il viaggio delle anime nell'Ade: le anime buone, che hanno vissuto con purezza e saggezza, raggiungono la parte più alta e pura del cielo (l'etere), mentre le anime cattive, macchiate di colpe, vagano in uno stato di tormento fino a essere punite nel Tartaro. Ogni individuo è responsabile del proprio destino ultraterreno, determinato dalle proprie scelte e condotta morale. La filosofia, insegnando la verità e il Bene, è vista come la disciplina che può salvare l'uomo, conducendolo a una vita saggia e felice e garantendogli un giusto riconoscimento nell'aldilà.

LA COMPLESSA STRUTTURA DELL'ANIMA

Platone descrive l'anima come composta da 3 parti: la  parte razionale, che risiede nel cervello, è responsabile della conoscenza; la parte irascibile, situata nel petto, è sede del coraggio e dell'eroismo, e cerca la vittoria e la gloria, ma è anche capace di seguire la ragione; la parte concupiscibile, che si trova nelle viscere, è dominata dagli istinti e dai desideri materiali, ed è difficile da controllare.

IL MITO DEL CARRO ALATO

Il mito del carro alato, viene presentato nel dialogo "Fedro", in cui descrive l'anima come un carro guidato da un auriga(la ragione), trainata da due cavalli con nature diverse: uno bianco, simbolo di coraggio e obbedienza, e uno nero, simbolo di desideri materiali e ribellione. Questo mito rappresenta l'essere umano in lotta tra aspirazioni spirituali e tentazioni carnali. L'obiettivo dell'anima è raggiungere il regno delle idee, ma deve combattere per mantenere il controllo del carro. Solo attraverso la disciplina e il controllo degli istinti, l'anima può elevare se stessa e raggiungere la conoscenza delle idee.

IL MITO DELLA CAVERNA

Platone scrive questo mito nel libro VII della Repubblica per illustrare la sua teoria dell'educazione filosofica della conoscenza. Questo mito è una potente allegoria che descrive la condizione umana e il percorso verso la verità e la conoscenza. Alcuni motivi per cui ha scritto questo mito sono: -la spiegazione delle idee: questo mito ci aiuta a comprendere le idee di Platone -invito alla riflessione filosofica: questo mito invita i lettori a riflettere sulle proprie credenze e sulla natura della realtà. Incoraggia la ricerca della verità e l'esplorazione delle idee più profonde. -ruolo dell'educazione: Platone enfatizza l'importanza dell'educazione nella liberazione dell'ignoranza e nel raggiungimento della verità. -spinta alla trasformazione personale e sociale: il mito è anche un appello alla trasformazione personale e sociale. Platone sostiene che coloro che hanno acquisito la conoscenza delle idee dovrebbero tornare nella caverna per guidare gli altri verso la verità e la giustizia.

In sintesi, Platone scrive il mito della caverna per illustrare la sua visione della conoscenza e della realtà, per criticare le credenze errate e per promuovere l'importanza dell'educazione filosofica e della trasformazione personale e sociale.

Il mito della caverna di Platone, narrato nel libro VII della "Repubblica", rappresenta una metafora della ricerca della conoscenza e della verità. Gli esseri umani sono paragonati a prigionieri incatenati in una caverna, costretti a guardare solo le ombre delle realtà proiettate sulle pareti. Uno dei prigionieri, liberato dalle catene, viene portato alla luce del sole, sperimentando inizialmente dolore e confusione. Gradualmente, si abitua alla nuova visione e comprende la vera natura delle cose. Tuttavia, quando cerca di condividere la verità con i suoi compagni prigionieri, viene deriso e ignorato. Nonostante ciò, sente il dovere morale di ritornare nella caverna e guidare gli altri verso la conoscenza. Il mito riflette l'importanza della ricerca della verità, la difficoltà nel comunicare le proprie scoperte agli altri e il dovere morale di condividere la conoscenza per il bene comune.

TIMEO

Platone, nei suoi dialoghi tardivi come il "Timeo" e le "Leggi", esplora il concetto di universo come "cosmo", cioè un ordine armonioso e intelligente. Egli introduce l'idea di un' "anima del mondo", una divinità che dà ordine al caos primordiale ispirandosi al modello delle idee, in particolare al Bene. Platone racconta nel Timeo la storia mitica della creazione dell'universo da parte di una divinità, chiamata demiurgo, u n artefice che plasma la materia disordinata dando forma al cosmo dotato di un''anima del mondo avvolge l'universo e conferisce armonia e intelligenza a tutto ciò che esiste. Questo racconto del "Timeo" non mira a essere una spiegazione scientifica, ma una descrizione plausibile del mondo naturale secondo Platone.


LA FUNZIONE DELLA LEGGE NELLO STATO ORDINATO


Nelle "Leggi", Platone propone una legislazione dettagliata per regolare la vita dei cittadini in tutti gli aspetti. Questo lavoro riflette la sua preoccupazione principale di evitare il conflitto sociale e costruire una società ordinata dove la giustizia prevale. Anche se alcuni critici vedono nelle "Leggi" un cambiamento rispetto al pensiero precedente di Platone, sostituendo la ragione con la teologia e proponendo uno Stato repressivo, questo non contrasta con il suo obiettivo fondamentale di promuovere la giustizia e l'ordine sociale. Platone ritiene che gli individui saggi debbano contribuire a migliorare la loro città, e le leggi svolgono un ruolo chiave sia nel costringere che nell'educare i cittadini. Le pene sono viste come strumenti per correggere gli errori e promuovere la giustizia, piuttosto che per vendicare. Questo rappresenta la vera educazione civile, insegnando agli individui a rispettare le regole della società.


IL FILO D'ORO DELLA RAGIONE


Nel mito delle "Leggi", Platone paragona gli esseri umani a burattini controllati da fili, rappresentanti le passioni che li tirano in direzioni opposte. Tuttavia, c'è un filo d'oro della ragione, rappresentante la legge dello Stato, che guida verso la virtù e la giustizia. Questo filo d'oro è flessibile e superiore agli altri fili di ferro rigidi. Platone intende che la ragione umana, riflesso della ragione divina che governa l'universo, è essenziale per la civiltà. Le leggi sono la manifestazione pratica della ragione e dell'ordine cosmico, aiutando gli uomini imperfetti a vivere in armonia. Platone vede nella religione una divina intelligenza che regola tutto secondo un ordine matematico, riflessa nel movimento degli astri.


LA CITTA' FORTEZZA


Nelle Leggi, Platone presenta una nuova città concreta e realizzabile, una "città fortezza" difesa da abitazioni circolari contro attacchi esterni. La popolazione è limitata e controllata attraverso matrimoni e nascite regolati, con condanna delle perversioni sessuali. Il matrimonio è per la procreazione, con età fissate per le nozze. Si bandiscono comportamenti che minacciano la serenità, ispirandosi al modello di Sparta. Le leggi devono produrre costantemente buoni effetti, garantite dai "Custodi della legge", organo per vigilare sul loro rispetto e sottrarre i cittadini ai capricci dei governanti.






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